giovedì 10 dicembre 2015

Clouding and Fogging: un paradigma che collega l’internet delle cose al internet delle persone, attraverso l’internet dei servizi.

Un capovolgimento di paradigma. Il crescere della domanda porta con sé una crescita delle risorse che aiutano a soddisfarla. Il progetto congiunto EU-Giappone, ClouT punta proprio a calare l’applicazione di architetture Cloud e Fog al contesto delle smart cities.

L’aumento di prestazioni, di capacità e di connettività nei terminali, sempre più smart, inizia a spostare il cloud da architettura sopra la rete ai suoi bordi (edges) in quello che viene chiamato “Fog” (nebbia). Abbiamo esempi di Fog nella distribuzione di contenuti da parte di SoftBank in Giappone in cui i Media Server che SoftBank fornisce gratuitamente ai suoi clienti per memorizzare i film che vengono scaricati dalla rete diventano parte della rete stessa e sono utilizzati per accedere a contenuti da parte di altri clienti di SoftBank, o in progetti di crowdsourcing 2.0 in cui l’elaborazione avviene ai bordi, all’interno dei terminali. 
Da notare inoltre come inizino ad apparire le prime applicazioni che sfruttano il Fog, ad esempio la possibilità di condividere fotografie scattate da più persone ad un evento, per avere la foto migliore tra le centinaia scattate in contemporanea o quasi da punti diversi o per combinare tra loro più foto per creare una visione d’insieme.
Una smart city deve promuovere l’integrazione e coinvolgere i cittadini affinché questi (insieme ai loro terminali –telefonini, autoveicoli, smart appliances in casa) diventino parte integrante della infrastruttura della città. 
Il progetto ClouT fornirà infrastrutture, servizi, strumenti e applicazioni che saranno riutilizzate da diversi stakeholder, tra cui le quattro municipalità che partecipano al progetto (Genova e Santander per l’Europa, Fujisawa e Mitaka per il Giappone), dai cittadini, dagli sviluppatori di servizi e dagli integratori di applicazioni. Sarà quindi possibile creare, sviluppare e gestire applicazioni con al centro l’utente finale e trarre così beneficio dai più recenti progressi nell’ambito dell’IoT e del cloud computing.
Fornire sistemi di ricarica dei cellulari (e degli autoveicoli) aiuta in questa direzione così come aiuta fornire una connettività gratuita per assicurare la cooperazione tra le risorse dei cittadini. In questo modo la città può disporre di una capacità elaborativa, di memorizzazione, e di “sensing” che va ben oltre quella che potrebbe fornire un supercomputer e che richiederebbe enormi investimenti per renderla così pervasiva.
È un importante capovolgimento di paradigma: da smart city che fornisce infrastrutture per i cittadini ad una infrastruttura formata dai cittadini e dalle loro risorse che viene orchestrata e integrata a livello città creando un ambiente smart.
Una struttura basata sul fog, inoltre, garantirebbe di disporre di una crescente capacità proprio dove questa è più necessaria. Infatti dove esiste una domanda maggiore data la maggiore densità di cittadini è anche dove esiste maggiore capacità elaborativa, di memorizzazione e di comunicazione locale creata da smart phones, smart cars, smart appliances.

Di nuovo si nota un capovolgimento di paradigma. Il crescere della domanda porta con sé una crescita delle risorse che aiutano a soddisfarla.

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