Lo sviluppo
tecnologico e la crescente maturità culturale verso l'utilizzo di smart devices
ha modificato il modo di pensare, progettare, realizzare i processi produttivi
e di supporto alla produzione e alla Industry 4.0.
Le fabbriche cambiano volto, sempre più smart e automatizzate, grazie all’internet delle cose, alle soluzioni cloud e Machine-to-Machine (M2M), alla sensoristica digitale applicata alla cyberfisica.
L'evoluzione digitale coinvolge trasversalmente i processi manifatturieri e di supporto, modificando le caratteristiche fisiche della fabbrica e di conseguenza l'organizzazione aziendale; trasformando sia i ruoli che le competenze delle figure professionali impiegate nell'ambito produttivo. Si può ormai cominciare a parlare di smart factory.
Le fabbriche cambiano volto, sempre più smart e automatizzate, grazie all’internet delle cose, alle soluzioni cloud e Machine-to-Machine (M2M), alla sensoristica digitale applicata alla cyberfisica.
L'evoluzione digitale coinvolge trasversalmente i processi manifatturieri e di supporto, modificando le caratteristiche fisiche della fabbrica e di conseguenza l'organizzazione aziendale; trasformando sia i ruoli che le competenze delle figure professionali impiegate nell'ambito produttivo. Si può ormai cominciare a parlare di smart factory.
Le caratteristiche della Industry 4.0 Smart Factory si possono riassumere in:
- Connessione: progressivo aumento delle connessioni tra strumenti e macchine della fabbrica. Questa capacità comprende la possibilità di raccolta e lo scambio di informazioni tra oggetti e la comunicazione con i sistemi informativi centrali e all’esterno alla fabbrica;
- Digitalizzazione: ripensamento dei processi fisici e logici, mediante il supporto di tecnologie digitali che permettono nuove potenzialità in termini di efficienza ed efficacia;
- Intelligence: capacità dei sistemi tecnologici di elaborare informazioni e fornire istruzioni a operatori o macchine sulla base della lettura e interpretazione dei parametri del processo.
Al World Economic Forum di Davos di quest’anno, la
cancelliera Angela Merkel ha
annunciato nuovi massicci investimenti nell’industria 4.0: “Dobbiamo sostenere la crescita dell’economia
a partire dall’utilizzo delle nuove tecnologie applicate al mondo della manifattura
e della produzione industriale”.
Gli obiettivi di questo nuovo
paradigma tecnologico ed economico sono molteplici: raggiungere l’efficienza energetica, ridurre
l’impatto ambientale (che ha un costo), ottimizzare le risorse disponibili (a
partire da quelle del territorio), rendere più veloci e flessibili i processi
produttivi, ridurre i costi, aumentare la produttività e la competitività,
introdurre l’innovazione tecnologica negli impianti.
Soluzioni ad alto contenuto
tecnologico che dovranno convergere in una strategia industriale orientata alla
fabbrica intelligente (smart factory),
quindi dotata di sistemi orientati alla cyberfisica, di infrastrutture
wireless, di tecnologie IoT e M2M,
di piattaforme per il cloud
computing e la Human
Machine Interface, di stampanti
3D, di robots, disensoristica digitale e molto
altro.
Un salto tecnologico piuttosto semplice per l’Europa, di per sé pronta per la smart factory, ma che necessità di una politica più coraggiosa e allo steso tempo attenta alle esigenze sociali e del mondo del lavoro, con una capacità di visione più ampia e una volontà generale (anche da parte delle imprese) di mettere a fattore comune esperienze, risorse e best practice. Realizzare ciò che per noi sono le Smart Community.
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