Un capovolgimento di
paradigma. Il crescere della domanda porta con sé una crescita delle risorse
che aiutano a soddisfarla. Il progetto congiunto EU-Giappone, ClouT punta
proprio a calare l’applicazione di architetture Cloud e Fog al contesto delle
smart cities.
L’aumento di
prestazioni, di capacità e di connettività nei terminali, sempre più smart,
inizia a spostare il cloud da architettura sopra la rete ai suoi bordi (edges)
in quello che viene chiamato “Fog” (nebbia). Abbiamo esempi di Fog nella distribuzione di
contenuti da parte di SoftBank in Giappone in cui i Media Server
che SoftBank fornisce gratuitamente ai suoi clienti per memorizzare i film che
vengono scaricati dalla rete diventano parte della rete stessa e sono
utilizzati per accedere a contenuti da parte di altri clienti di SoftBank, o in
progetti di crowdsourcing 2.0 in cui l’elaborazione avviene ai bordi,
all’interno dei terminali.
Da notare inoltre
come inizino ad apparire le prime applicazioni che sfruttano il Fog, ad esempio
la possibilità di condividere fotografie scattate da più persone ad un evento,
per avere la foto migliore tra le centinaia scattate in contemporanea o quasi
da punti diversi o per combinare tra loro più foto per creare una visione d’insieme.
Una smart city deve promuovere l’integrazione e coinvolgere i cittadini
affinché questi (insieme ai loro
terminali –telefonini, autoveicoli, smart appliances in casa) diventino parte integrante della
infrastruttura della città.
Il progetto ClouT fornirà infrastrutture, servizi, strumenti e
applicazioni che saranno riutilizzate da diversi stakeholder, tra cui le
quattro municipalità che partecipano al progetto (Genova e Santander per
l’Europa, Fujisawa e Mitaka per il Giappone), dai cittadini, dagli sviluppatori
di servizi e dagli integratori di applicazioni. Sarà quindi possibile creare,
sviluppare e gestire applicazioni con al centro l’utente finale e trarre così
beneficio dai più recenti progressi nell’ambito dell’IoT e del cloud computing.
Fornire sistemi
di ricarica dei cellulari (e degli autoveicoli) aiuta in questa direzione così
come aiuta fornire una connettività gratuita per assicurare la cooperazione tra
le risorse dei cittadini. In questo modo la città può disporre di una capacità elaborativa,
di memorizzazione, e di “sensing” che va ben oltre quella che potrebbe fornire
un supercomputer e che richiederebbe enormi investimenti per renderla così
pervasiva.
È un importante
capovolgimento di paradigma: da smart city che fornisce infrastrutture per i
cittadini ad una infrastruttura formata dai cittadini e dalle loro risorse che
viene orchestrata e integrata a livello città creando un ambiente smart.
Una struttura
basata sul fog, inoltre, garantirebbe di disporre di una crescente capacità
proprio dove questa è più necessaria. Infatti dove esiste una domanda maggiore
data la maggiore densità di cittadini è anche dove esiste maggiore capacità
elaborativa, di memorizzazione e di comunicazione locale creata da smart
phones, smart cars, smart appliances.
Di nuovo si nota
un capovolgimento di paradigma. Il crescere della domanda porta con sé una
crescita delle risorse che aiutano a soddisfarla.
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