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lunedì 15 febbraio 2016
RETICONFCOMMERCIO - photogallery della premiazione
Oggi, 15 febbraio 2016, presso la sede di CONFCOMMERCIO in Corso Venezia 43 a Milano.
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domenica 14 febbraio 2016
HUBIT premiata da CONFCOMMERCIO Lombardia e da REGIONE Lombardia
Comunicato stampa
La rete d’imprese HUBIT premiata da Confcommercio
e Regione Lombardia per il sistema
innovativo di promozione territoriale che coinvolge 124 Comuni lombardi
Fare sistema per promuovere il
territorio, a livello turistico e culturale, ma anche per dare una spinta al
commercio locale. Sono gli obiettivi raggiunti dalla rete d’impresa HUBIT –The
HUB of Innovation & Technology– che è riuscita a fare sistema con 124
Comuni lombardi, appartenenti a sette Distretti dell’Attrattività (DAT),
centrando in pieno gli obiettivi strategici stabiliti dalla Regione Lombardia grazie
al progetto “E015 for Smart Communities”.
E015 è un ecosistema digitale, nato
in occasione di Expo Milano 2015 e recepito anche da Agenda Digitale Nazionale, che si è
dimostrato un ottimo sistema per promuovere digitalmente eventi sul territorio.
La definizione di questo protocollo è stata commissionata al Politecnico di
Milano da Expo Spa, Regione Lombardia, Confcommercio, Confindustria e Camera di
Commercio.
Proprio per aver saputo fare sistema
tra 124 Comuni lombardi integrando diverse tecnologie digitali con il
protocollo E015 per la promozione digitale dei loro territori, la rete
d’imprese Hubit sarà premiata, lunedì 15 febbraio, dal governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni e dall’assessore regionale allo
Sviluppo economico Mauro Parolini nella sede di Confcommercio a Milano.
Hubit sta pubblicando proprio in questi
giorni tutti i servizi, reperibili sul sito www.e015.regione.lombardia.it, contenenti gli appuntamenti e gli
eventi culturali e d’interesse dei 124 Comuni che hanno aderito all’iniziativa
attraverso la rete d’imprese. Le zone della Lombardia coinvolte sono: il basso
Lago di Garda bresciano, tutto il Lago d’Iseo, la bassa Valle Brembana e Valle Seriana, l'Isola e la Bassa Bergamasca, la zona del Vimercatese in Brianza.
Ma non è tutto. HUBIT non solo è
riuscita ad allinearsi agli obiettivi strategici stabiliti dalla Regione per il
servizio relativo alla promozione dei territori, ma in collaborazione con ASCOM
Bergamo ha creato il glossario di riferimento, sotto protocollo E015, per la
pubblicazione delle promozioni commerciali, definendo di fatto una linea guida
a livello nazionale.
HUBIT non si è limitata a pubblicare i
servizi E015 per la promozione territoriale dei 124 Comuni, ma ha messo a punto
una APP di realtà aumentata che renderà la fruizione dei servizi stessi ancora
più innovativa. Tramite smartphone, infatti, si potranno visualizzare i punti
di interesse, gli itinerari a tema e gli eventi, ma anche le promozioni
commerciali presenti nella zona in cui la App viene utilizzata. Le informazioni
saranno infatti geolocalizzate e quindi rese disponibili in funzione del luogo
in cui si trova l’utente.
HUBIT –The
HUB of Innnovation & Technology
- è un network di aziende specializzate nell'uso delle tecnologie digitali più innovative (quali
realtà aumentata, realtà virtuale, internet of things) che offre ai
clienti privati e pubblici sofisticate soluzioni nel campo della
smart-living, innovation-retail e smart-factory e al momento raggruppa quattro realtà
lombarde d’eccellenza nell’innovazione tecnologica:
- A10S iTech S.r.l. di Trezzo sull’Adda (Milano - Area Metropolitana), specializzata in attività di "technology & innovation brokerage";
- GCode S.r.l. di Telgate (Bergamo), che si occupa di realtà aumentata e realtà virtuale;
- MC3 Informatica S.r.l. di Brescia, specializzata in sviluppo di sistemi, protocolli e applicazioni;
- Esprit S.r.l. di Lecco, che si occupa di soluzioni per la smart factory.
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mercoledì 30 dicembre 2015
Il servizio “E015 for Smart Communities” utilizzato da 124 Comuni della Lombardia
Fino ad oggi sette Distretti dell’Attrattività composti da 124 Comuni lombardi hanno scelto il servizio “E015 for Smart Communities” realizzato da A10S iTech srl in partnership con altre imprese della rete HUBIT –The HUB of Information & Technology– per caricare e tenere aggiornati i loro dati riguardanti le tematiche : Eventi, Punti di Interesse ed Itinerari dei canali pubblicati nell’eco sistema digitale E015.Inoltre è possibile caricare e gestire i dati e le informazioni relative alle attività ed alle promozioni commerciali presenti sul territorio.
Il servizio E015 for Smart Communities è stato presentato a gennaio 2015 presso la sede dell’Associazione Commercianti ed Esercenti di Bergamo alla presenza delle massime autorità della Città di Bergamo, di ConfCommercio e dell’associazione Assintel.
E015 for Smart Communities ha come finalità quella di mettere i territori, i Comuni, le Associazioni, attraverso l’utilizzo di uno strumento semplice ed a bassi costi, nelle condizioni di diffondere informazioni e dati utili, di agevolare la sinergia, di arricchire i propri siti, le proprie APP, di creare nuove applicazioni, di valorizzare e promuovere ogni singola realtà territoriale ed imprenditoriale.
Per questi principali motivi già 124 Comuni lombardi hanno deciso di utilizzare questo servizio nei progetti di promozione dei loro territori.
Distretto dell’Attrattività BRIAN TECH – Un Territorio a port@ta di mano – composto da 8 Comuni : Vimercate, Agrate Brianza, Bellusco, Bernareggio, Cavenago Brianza, Concorezzo, Ornago, Usmate Velate, con la collaborazione del Distretto Green and High Tech Monza Brianza per la progettazione e fornitura della parte tecnologica
Distretto dell’Attrattività - denominato GATE – Green Attractivity Territory for EXPO - composto da 31 Comuni : Seriate, Albano Sant’Alessandro, Albino, Alzano Lombardo, Bagnatica, Bolgare, Brusaporto, Carobbio degli Angeli, Cenate Sopra, Cenate Sotto, Cene, Chiuduno, Colzate, Costa di Mezzate, Fiorano al Serio, Gazzaniga, Gorlago, Gorle, Montello, Nembro, Orio al Serio, Pedrengo, Pradalunga, Ranica, San Paolo d’Argon, Scanzorosciate, Trescore Balneario, Torre Boldone, Torre de’ Roveri, Vertova, Villa di Serio
Distretto dell’Attrattività - denominato Isola Bergamasca - composto da 21 Comuni : Ambivere, Bonate Sotto, Bonate Sopra, Bottanuco, Brembate, Brembate Sopra, Calusco d’Adda, Capriate S. Gervasio, Carvico, Chignolo d’Isola, Filago, Madone, Mapello, Medolago, Ponte S. Pietro, Presezzo, Solza, Suisio, Sotto il Monte, Terno d’Isola, Villa d’Adda
Distretto dell’Attrattività - denominato “Garda L@ke, un lago di Opportunità” - composto da 11 Comuni : Desenzano, Lonato, Bedizzole, Calvagese della Riviera, Sirmione, Padenghe, Moniga, Manerba, Polpenazze, Pozzolengo e Soiano
Distretto dell’Attrattività - denominato “Valli in F@miglia” - composto da 11 Comuni di Zogno, Valbrembilla, Sedrina, Taleggio, Ubiale Clanezzo, Vedesta, Blello, Moggio, Cassina, Cremeno e Pasturo
Distretto dell’Attrattività - denominato – Bassa Pianura Bergamasca – “Natura e tradizione tra fiumi, fontanili e fortificazioni”- composto da 27 Comuni : Antegnate, Barbata, Calcio, Cortenuova, Covo, Fara Olivana, Fontanella, Isso, Pumenengo, Romano di Lombardia, Torre Pallavicina, Arcene, Arzago, Bariano, Brignano Gera d'Adda, Calvenzano, Caravaggio, Casirate d'Adda, Castel Rozzone, Fornovo San Giovanni, Lurano, Morengo, Mozzanica, Pagazzano, Pontirolo Nuovo, Treviglio
Distretto dell’Attrattività - denominato “Iseo L@ke attrattività a Gonfie Vele” - composto da 15 Comuni : Castro, Costa Volpino, Iseo, Marone, Monte Isola, Parzanica, Pisogne, Predore, Riva di Solto, Sarnico, Sale Marasino, Solto Collina, Sulzano, Tavernola bergamasca, Lovere
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mercoledì 23 dicembre 2015
RETAIL 2.0: NOI CONOSCIAMO IL TUO CLIENTE E TU?
Ricordate
il punto vendita tradizionale? Quello che si
approvvigionava a inizio stagione in base alle proprie previsioni di vendita e
promuoveva i prodotti in vetrina, che faceva magazzino sul retro per non rimanere
sprovvisto e non perdere vendite, inventariava muovendosi fra scaffali e
scatoloni, riassortiva, quando possibile, in base alla propria esperienza e
sensibilità e metteva in saldo a fine stagione gli articoli invenduti? Dimenticatelo.
La rivoluzione digitale sta cambiando tutto,
in tanti settori, in maniera radicale, ad una velocità impressionante. Aziende
che fino a pochi anni fa vantavano solide leadership di mercato, sono state
travolte da nuovi entranti, capaci di attivare innovativi modelli digitali,
"distruttivi" dell’esistente.
Un
esempio su tutti: Blockbuster,
leader globale nel settore dell’entertainment, che a metà anni novanta, solo
negli Stati Uniti, vantava quasi cinquemila negozi “fisici”, è stata in pochi
anni letteralmente spazzata via dal mercato, non avendo compreso il profondo
cambio di paradigma in corso, che rendeva il "noleggio
fisico" rapidamente obsoleto a fronte della più efficiente
"fruizione in streaming" di un dato contenuto.
Cosa che, invece, ha perfettamente capito Netflix, nata nel 1999, nel momento di massimo splendore di Blockbuster, e che oggi vanta nel mondo oltre cinquanta milioni di abbonati ai suoi servizi in streaming. La "digital disruption" letteralmente "distrugge" i "vecchi" modelli di business e al tempo stesso premia i nuovi "entranti digitali", permettendo la creazione di enorme valore in un battito d’ali.
Cosa che, invece, ha perfettamente capito Netflix, nata nel 1999, nel momento di massimo splendore di Blockbuster, e che oggi vanta nel mondo oltre cinquanta milioni di abbonati ai suoi servizi in streaming. La "digital disruption" letteralmente "distrugge" i "vecchi" modelli di business e al tempo stesso premia i nuovi "entranti digitali", permettendo la creazione di enorme valore in un battito d’ali.
Anche
qui un esempio su tutti: Mark Elliot Zuckerberg nel 2004 era un giovane
studente americano che muoveva i primi passi con la sua nota creatura sociale.
Oggi, il mercato riconosce a Facebook,
un valore prossimo ai duecento
miliardi di dollari, un dato davvero stratosferico, anche considerando
il ridotto tempo, dieci anni, nel quale si è prodotto. Analoga velocità di
cambiamento dobbiamo attenderci nei prossimi anni nel retail, settore, fino ad
oggi, solo parzialmente toccato da questo processo di "distruzione
digitale".
Nel
mondo del Retail è in atto un'evoluzione rapidissima, sulla spinta delle nuove
abitudini e aspettative del consumatore e di una crescente integrazione con i
canali online e mobile. Il punto vendita sta diventando sempre più una vetrina
multi canale, la punta visibile di un iceberg, il nodo di una rete in cui il
cliente è centrale e la domanda guida l'intero processo, richiedendo risposte
tempestive e fluide a tutta la supply chain.
Per
rimanere competitivi, soprattutto nei confronti dei canali di vendita on-line,
i retailer devono applicare un approccio analitico predittivo per meglio
comprendere il loro business e anticipare il comportamento del cliente.
Per anni il data mining è stato appannaggio di poche grandi aziende e di un limitato numero di specialisti di statistica e matematica.
Nel retail, il mito anni ‘90 di un marketing one to one, realizzabile grazie ai dati delle carte fedeltà, è stato largamente disatteso, soprattutto in Italia, da parte delle aziende e per la gran parte dei consumatori. Le loyalty card, diffusissime ormai in ogni settore del dettaglio, sono state utilizzate essenzialmente come raccoglitori elettronici di bollini e come veicolo per promozioni, comunque indifferenziate, sulla totalità dei possessori o su macro cluster di clienti definiti in base a variabili del retailer piuttosto che su abitudini di acquisto del cliente.
Per anni il data mining è stato appannaggio di poche grandi aziende e di un limitato numero di specialisti di statistica e matematica.
Nel retail, il mito anni ‘90 di un marketing one to one, realizzabile grazie ai dati delle carte fedeltà, è stato largamente disatteso, soprattutto in Italia, da parte delle aziende e per la gran parte dei consumatori. Le loyalty card, diffusissime ormai in ogni settore del dettaglio, sono state utilizzate essenzialmente come raccoglitori elettronici di bollini e come veicolo per promozioni, comunque indifferenziate, sulla totalità dei possessori o su macro cluster di clienti definiti in base a variabili del retailer piuttosto che su abitudini di acquisto del cliente.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjByy7OWpFhhOKnOyd0N-7MGoq8Lx48CWFhYZgki34r12ixw_937UzUhxTD4VVH2wPosw9AGWP6F3oKgaW2oGd9ZT_RHq0-Gm8QzQOGQhNoFhqjnqqSVTXdqCv1yETFXKcvpBaUmtwH7wA/s320/Schermata+2015-12-23+alle+15.44.36.png)
Soluzioni
tecnologiche a servizio del Retailer, proprio come BeHevo (www.behevo.com) in grado di identificare il Cliente
Unico mentre si muove su diversi touch points (desktop, smartphone, tablet,
app, negozio, …).
L’obiettivo è
quello di favorire e incrementare fidelizzazione e ingaggio dell’utente sui
diversi canali, riconoscendolo nello spostamento tra un mezzo e l’altro e tra
ambiente fisico e digitale, così da rendere uniche e personali le esperienze
del Cliente e, in prospettiva, poterne anticipare le esigenze.
Per mezzo di Behevo
il Retailer potrà offrire ai propri clienti un’esperienza d’acquisto davvero
unica per mezzo di logiche di prossimità, couponing, virtualizzazione delle
tessere, engagement sul punto fisico e sull’online, riuscendo così a migliorare
la propria offerta proponendo i prodotti e i servizi migliori nel momento e nel
contesto giusti.
mercoledì 16 dicembre 2015
Smart Factory: un nuovo modo di produrre
Lo sviluppo
tecnologico e la crescente maturità culturale verso l'utilizzo di smart devices
ha modificato il modo di pensare, progettare, realizzare i processi produttivi
e di supporto alla produzione e alla Industry 4.0.
Le fabbriche cambiano volto, sempre più smart e automatizzate, grazie all’internet delle cose, alle soluzioni cloud e Machine-to-Machine (M2M), alla sensoristica digitale applicata alla cyberfisica.
L'evoluzione digitale coinvolge trasversalmente i processi manifatturieri e di supporto, modificando le caratteristiche fisiche della fabbrica e di conseguenza l'organizzazione aziendale; trasformando sia i ruoli che le competenze delle figure professionali impiegate nell'ambito produttivo. Si può ormai cominciare a parlare di smart factory.
Le fabbriche cambiano volto, sempre più smart e automatizzate, grazie all’internet delle cose, alle soluzioni cloud e Machine-to-Machine (M2M), alla sensoristica digitale applicata alla cyberfisica.
L'evoluzione digitale coinvolge trasversalmente i processi manifatturieri e di supporto, modificando le caratteristiche fisiche della fabbrica e di conseguenza l'organizzazione aziendale; trasformando sia i ruoli che le competenze delle figure professionali impiegate nell'ambito produttivo. Si può ormai cominciare a parlare di smart factory.
Le caratteristiche della Industry 4.0 Smart Factory si possono riassumere in:
- Connessione: progressivo aumento delle connessioni tra strumenti e macchine della fabbrica. Questa capacità comprende la possibilità di raccolta e lo scambio di informazioni tra oggetti e la comunicazione con i sistemi informativi centrali e all’esterno alla fabbrica;
- Digitalizzazione: ripensamento dei processi fisici e logici, mediante il supporto di tecnologie digitali che permettono nuove potenzialità in termini di efficienza ed efficacia;
- Intelligence: capacità dei sistemi tecnologici di elaborare informazioni e fornire istruzioni a operatori o macchine sulla base della lettura e interpretazione dei parametri del processo.
Al World Economic Forum di Davos di quest’anno, la
cancelliera Angela Merkel ha
annunciato nuovi massicci investimenti nell’industria 4.0: “Dobbiamo sostenere la crescita dell’economia
a partire dall’utilizzo delle nuove tecnologie applicate al mondo della manifattura
e della produzione industriale”.
Gli obiettivi di questo nuovo
paradigma tecnologico ed economico sono molteplici: raggiungere l’efficienza energetica, ridurre
l’impatto ambientale (che ha un costo), ottimizzare le risorse disponibili (a
partire da quelle del territorio), rendere più veloci e flessibili i processi
produttivi, ridurre i costi, aumentare la produttività e la competitività,
introdurre l’innovazione tecnologica negli impianti.
Soluzioni ad alto contenuto
tecnologico che dovranno convergere in una strategia industriale orientata alla
fabbrica intelligente (smart factory),
quindi dotata di sistemi orientati alla cyberfisica, di infrastrutture
wireless, di tecnologie IoT e M2M,
di piattaforme per il cloud
computing e la Human
Machine Interface, di stampanti
3D, di robots, disensoristica digitale e molto
altro.
Un salto tecnologico piuttosto semplice per l’Europa, di per sé pronta per la smart factory, ma che necessità di una politica più coraggiosa e allo steso tempo attenta alle esigenze sociali e del mondo del lavoro, con una capacità di visione più ampia e una volontà generale (anche da parte delle imprese) di mettere a fattore comune esperienze, risorse e best practice. Realizzare ciò che per noi sono le Smart Community.
giovedì 10 dicembre 2015
Clouding and Fogging: un paradigma che collega l’internet delle cose al internet delle persone, attraverso l’internet dei servizi.
Un capovolgimento di
paradigma. Il crescere della domanda porta con sé una crescita delle risorse
che aiutano a soddisfarla. Il progetto congiunto EU-Giappone, ClouT punta
proprio a calare l’applicazione di architetture Cloud e Fog al contesto delle
smart cities.
L’aumento di
prestazioni, di capacità e di connettività nei terminali, sempre più smart,
inizia a spostare il cloud da architettura sopra la rete ai suoi bordi (edges)
in quello che viene chiamato “Fog” (nebbia). Abbiamo esempi di Fog nella distribuzione di
contenuti da parte di SoftBank in Giappone in cui i Media Server
che SoftBank fornisce gratuitamente ai suoi clienti per memorizzare i film che
vengono scaricati dalla rete diventano parte della rete stessa e sono
utilizzati per accedere a contenuti da parte di altri clienti di SoftBank, o in
progetti di crowdsourcing 2.0 in cui l’elaborazione avviene ai bordi,
all’interno dei terminali.
Da notare inoltre
come inizino ad apparire le prime applicazioni che sfruttano il Fog, ad esempio
la possibilità di condividere fotografie scattate da più persone ad un evento,
per avere la foto migliore tra le centinaia scattate in contemporanea o quasi
da punti diversi o per combinare tra loro più foto per creare una visione d’insieme.
Una smart city deve promuovere l’integrazione e coinvolgere i cittadini
affinché questi (insieme ai loro
terminali –telefonini, autoveicoli, smart appliances in casa) diventino parte integrante della
infrastruttura della città.
Il progetto ClouT fornirà infrastrutture, servizi, strumenti e
applicazioni che saranno riutilizzate da diversi stakeholder, tra cui le
quattro municipalità che partecipano al progetto (Genova e Santander per
l’Europa, Fujisawa e Mitaka per il Giappone), dai cittadini, dagli sviluppatori
di servizi e dagli integratori di applicazioni. Sarà quindi possibile creare,
sviluppare e gestire applicazioni con al centro l’utente finale e trarre così
beneficio dai più recenti progressi nell’ambito dell’IoT e del cloud computing.
Fornire sistemi
di ricarica dei cellulari (e degli autoveicoli) aiuta in questa direzione così
come aiuta fornire una connettività gratuita per assicurare la cooperazione tra
le risorse dei cittadini. In questo modo la città può disporre di una capacità elaborativa,
di memorizzazione, e di “sensing” che va ben oltre quella che potrebbe fornire
un supercomputer e che richiederebbe enormi investimenti per renderla così
pervasiva.
È un importante
capovolgimento di paradigma: da smart city che fornisce infrastrutture per i
cittadini ad una infrastruttura formata dai cittadini e dalle loro risorse che
viene orchestrata e integrata a livello città creando un ambiente smart.
Una struttura
basata sul fog, inoltre, garantirebbe di disporre di una crescente capacità
proprio dove questa è più necessaria. Infatti dove esiste una domanda maggiore
data la maggiore densità di cittadini è anche dove esiste maggiore capacità
elaborativa, di memorizzazione e di comunicazione locale creata da smart
phones, smart cars, smart appliances.
Di nuovo si nota
un capovolgimento di paradigma. Il crescere della domanda porta con sé una
crescita delle risorse che aiutano a soddisfarla.
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